Se seguiamo un certo percorso storico, notiamo come sia variegato, composito e controverso l'accostamento da parte del cinema all'opera lirica. Volgere per immagini il repertorio operistico non è operazione di poco conto. Ne hanno dibattuto da sempre studiosi e teorici del cinema e del teatro musicale, che non hanno mai tollerato le continue mutilazioni da entrambe le parti - cinema e opera - per divenire più o meno sussidiari l'uno all'altra. Si tratta di due linguaggi diversi da amalgamare, di cui uno contiene in sé due componenti (canto e musica), fusi insieme.Nella nutrita filmografia che ripercorre, trasversalmente, oltre un intero arco di secolo, è in effetti possibile individuare le diverse tipologie di approccio della Settima Arte verso la musica operistica. Sia essa cantata, in toto o in parte, sia interamente ripresa dalla ritualità di un teatro lirico o ambientata en plein air, sia essa il semplice resoconto biografico, più o meno romanzato, della vita e dell'arte di un grande compositore o di un celebre cantante. Liberatasi con il tempo dalle pastoie di un cinema di massa, che la voleva come una ulteriore aggiunta al drammone popolare d'appendice per lo spettatore incolto e facile, l'opera lirica ha fornito alla Settima Arte forti suggestioni che hanno affascinato anche una folta schiera di colti melomani. Questi ultimi nel cinema ritrovano quella forza d'impatto sentimentale immediato, accresciuta dall'uso dei piani ravvicinati della cinepresa, che difficilmente o con minor trascinamento avrebbero potuto trarre dal distanziamento teatrale di una visione in campo totale. Il cinema, infatti, può graduare il suo approccio alla messa in scena: dalla ripresa quasi documentaria rispetto all'evento teatrale a interventi più robusti e articolati, che si fanno dentro alla rappresentazione e quasi riescono a far smarrire l'idea di una distanza tra l'occhio della macchina da presa e lo spazio teatrale. Essa sale sul palco d'opera "dissacrando" il recinto della ribalta caro agli addetti ai lavori del teatro lirico, ma a suo modo lo "riconsacra" in altre forme che non è detto siano meno nobili. I grandi autori del cinema mondiale (Bergman, Losey, Rosi, Straub, Syberberg, Goretta, Delvaux...) fin dagli anni Settanta, momento di grande riviviscenza del genere, hanno definitivamente transitato l'opera filmata verso il film-opera. Non più testo secondario di un testo primario, essenzialmente asservito in modo strumentale all'opera lirica; non più veicolo, seppur importante, della rappresentazione "operistica", ma interpretazione del testo musical-librettistico e teatrale. Questi autori propongono un'autonomia interpretativa del "cinema" nei confronti dell'"opera", dove mise en scène e mise en image coincidono fino a far sì che, in luogo dell'abituale testo di un testo, si abbia un'unità (ed unicità) testuale in cui la musica, il canto e l'occhio del regista - ciascuno per proprio conto e proprio peso - parimenti contribuiscono alla riuscita dell'opera d'arte.
Sezione bibliografica specialistica dedicata al cinema siciliano, comprendente film girati, ambientati o prodotti in Sicilia, oltre a opere cinematografiche o di critica ispirate da autori siciliani.
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Cinema siciliano
Thematic library
Description
Libro
Details
Il melodramma al cinema
Il film-opera croce e delizia
Sebastiano Gesù (a cura di)
Nota del curatore
Etnafest 2009
Giuseppe Maimone Editore
Catania
2009
978-8877513045
160
Brossura
21,2 x 1,3 x 27,9 cm
830 gr
ISBN-10: 8877513047
Cat. BCS-L-102
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