"Nel principio era Lumière, ora è Godard." Godard torna. "Lumière," scriveva nel '66 Glauber Rocha in uno dei suoi saggi teorici, così frequentemente ricchi di geniale apoditticità. "Il filmato," chiariva Rocha poco oltre, sempre nello stesso scritto, "aveva più preoccupazioni tecniche, non già estetiche. Se filmò l'uscita degli operai dalla fabbrica è soltanto perché volle catturare la realtà. Godard, che nella pratica e nella ricerca è andato oltre i labirinti dell'estetica, è ritornato a filmare con la modernità di Lumière perché voleva uscire dall'estetica per entrare nella realtà."Confesso di avere un moderato interesse verso lo storico "Problema della griffe," ovvero per la polemica - anche recentemente rinvigorita - sul primato nell'invenzione tecnica, sulla modalità di tale primato, sugli elementi costitutivi che lo caratterizzarono. Attendo, con inquietudine, che gli storici della tecnica confrontino tra loro documenti, opinioni e ragioni; e giungano - se mai sarà possibile - a una definitiva conclusione di cui prenderò fiduciosamente atto. Pare, comunque, ci voglia molto tempo. E, secondo taluni pessimisti, l'attesa potrebbe andare ben oltre quella che Penelope impose ai Proci, magari oltre il 2000, il che per molti di noi rischia di voler dire eternità. Nel frattempo coloro che, come me, più modestamente si interessano ai "testi" che quella invenzione produsse, i film intendo dire, possono comunque essere attirati da un altro problema: quello che sta a monte del cenno a Lumière fatto da Rocha. Geniale quanto apodittico, Glauber implicava evidentemente una sorta di separatezza incomunicabile tra l'obiettivo spontaneista di Lumière - o di chi per lui - e i successivi obiettivi intellettuali che avrebbero letto il profilmico costituito dalla realtà, secondo un occhio isterico, o che addirittura, sempre percorrendo i labirinti dell'estetica, avrebbero ricostruito sia il soggetto che l'oggetto di quello sguardo.Quel ritorno a Lumière, riconosciuto a Godard e per altro verso auspicato (ma per nulla praticato da Rocha nei suoi bellissimi film felicemente sovraccarichi di "estetica"), può invece essere preso al massimo come un invito a una pratica realistica, o meglio a un'estetica dove il soggettivismo delle poetiche non rischi di deformare la realtà cui esse pure si ispirano; insomma a un cinema dove la reale storia degli uomini e dei loro rapporti sia il costante punto di riferimento.Dalla metà degli anni Settanta, l'autore aveva svolto autonomamente una serie di ricerche, raccogliendo appunti sulle vicende del primo cinema in alcune delle principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Firenze e Napoli); ricerche confluite nei tre volumi pubblicati da Laterza nei primi anni Ottanta (dove, soprattutto nei primi due dei volumi, aveva già tentato di delineare aspetti, personaggi e problemi degli ambulanti e dei fieraioli). Il lavoro odierno può tener conto - ed è naturalmente debitore - di tutti i testi scritti da altri studiosi che si sono aggiunti negli ultimi vent'anni e che sono elencati nella bibliografia.Si sono ritenuti utili complementi di questa ricerca sul cinema ambulante gli aggiornamenti dei dati cronologici sulle prime proiezioni italiane, sulle proiezioni lunghiere e sulla nascita nelle varie città delle prime sale stabili: dati già a suo tempo abbozzati - sulla base delle fonti allora disponibili - in appendice ai già citati volumi Laterza. I risultati qui presentati non possono naturalmente essere considerati esaustivi: su molte città italiane continuano ancora ricerche e notizie; e certamente altri studiosi, anche nel prossimo futuro, correggeranno gli errori o i fraintendimenti di questa mia ricostruzione e aggiungeranno nuovi elementi al nostro mosaico. Ma questa pubblicazione avrà trovato la sua ragion d'essere se, com'è nelle speranze dell'autore - in molti casi (per la maggior parte delle imprese e dei personaggi qui citati e illustrati) essa potrà d'ora in poi assicurare almeno un utile punto di riferimento, oltre che costituire uno stimolo per ulteriori studi. [Lino Miccichè]
Sezione dedicata a una bibliografia specialistica e selezionata che analizza il cinema muto italiano, ampliando la sua portata oltre i confini nazionali.
Cinema muto
Thematic library
Description
Libro
Details
Verso il centenario. Lumière
N. d.
Riccardo Redi (a cura di)
Lino Miccichè
CNC - Collana di testi e studi sul cinema VI | Rassegna: Verso il centenario / Tutto Lumière | XXII Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (14-22 giugno 1986)
Di Giacomo Editore
Roma
1986
N. d.
152
Cartoncino lucido
21 x 1 x 19,8 cm
380 gr
Cert. 07565
Cat. BCS-CM-004
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