Nel 1910 il cinema italiano mostrò per la prima volta di aver raggiunto una solidità e una stabilità nelle strutture produttive e distributive e nell'esercizio, che consentono ormai di porsi per il prossimo futuro traguardi ancora più ambiziosi; e anche dal punto di vista della qualità dei prodotti, si sta ormai svincolando dai modelli francesi per tentare esperienze proprie, per esplorare i prodotti della tradizione culturale italiana. Il cinema, in Italia e nel mondo, è ormai un prodotto originale; i film non superano mai il lunghezza di un bobino, ma sono il banco di prova per realizzatori, autori e maestranze, che stanno apprendendo i segreti del "nuovo mestiere". Nelle nostre "produzioni" sono già al lavoro direttori artistici di valore (Moggi, Postrone, Borgnetto, Mentasti, Pasquali) o di Milano (Coserini, Guozzoni, Foleno, Lo Sovio e Degli Abbati di Roma) e abbiamo già direttori tecnici (operatori) di valore (Vitrotti, Omegno, Giotti); ma i loro nomi, come le loro personalità creative, hanno scarse occasioni di mettersi in luce e non arrivano al pubblico.Stando ai commenti dell'epoca, in Italia e all'estero, la difficoltà fondamentale che i realizzatori devono superare è quella di farsi capire, di rendere brevi raccontini che mettono in scena chiari e comprensibili senza forzare troppo l'argomento. È proprio la qualità più frequentemente riconosciuta dei prodotti italiani a consentire loro di raggiungere con un certo regolarità alcuni importanti mercati esteri. Il predominio in Europa è ancora riconosciuto alla Francia, che soprattutto grazie al gigante Pathé Frères domina e controlla il mercato internazionale; così che nella ricerca di aperture sui mercati esteri i nostri produttori incontrano spesso difficoltà e resistenze. Ma già in alcuni Paesi (come l'Inghilterra) i nostri film arrivano con regolarità.I nostri cineasti nel 1910 stanno cercando di approfondire certe direzioni originali di ricerca, certe innovazioni già sperimentate con successo nell'anno precedente: da un lato proseguendo la serie dei film dedicati a personaggi e momenti della storia antica e moderna; e dall'altro abbandonando sempre più spesso gli scenari di cortometraggio allestiti nei teatri - che erano ancora la regola nel cinema internazionale - per girare in esterni, nei luoghi autentici in cui gli eventi storici evocati si svolsero. I generi italiani sono ancora molto omogenei; si registrano molti esempi di film che rifondano i fortunati modelli d'inizio secolo con leggende basate sull'impiego dei trucchi; le "attrazioni", che documentano l'abilità di sportivi e acrobati; i raccontini "poetici", volti a fornire ai fanciulli esempi edificanti di altruismo e di compimento del dovere; i film "portanti", sincronizzati con dischi che riproducono brani operistici; ecc. Non mancano tentativi più ambiziosi, tesi a raggiungere esiti artisticamente rilevanti e a stabilire nuovi, più spregiudicati e maturi rapporti con il pubblico.Si approfondiscono anche le possibilità di un cinema inteso come strumento di divulgazione culturale e di edificazione morale delle masse, che era lo strumento scelto dai pionieri per conquistare il nuovo spettacolo il rispetto della borghesia e delle classi dominanti.Dal punto di vista delle strutture produttive, il panorama cinematografico italiano nel 1910 appare mosso e frastagliato: entrano in campo nuove forze produttive, vecchie formule societarie si trasformano o si aprono a nuovi apporti finanziari e organizzativi, mentre alcune società che si erano messe in luce negli anni precedenti segnano il proprio precoce tramonto. (...) [Aldo Bernardini]
Sezione dedicata a una bibliografia specialistica e selezionata che analizza il cinema muto italiano, ampliando la sua portata oltre i confini nazionali.
![logo biblio logo biblio](https://www.as-cinema.com/storage/2025/01/logo-biblio-60x60.jpg)
Cinema muto
Thematic library
Description
Libro
Details
Il cinema muto italiano
I film dei primi anni. 1910
Aldo Bernaldini
Introduzione dell'autore
Biblioteca di Bianco e Nero
CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma / Nuova ERI - Edizioni Radiotelevisione Italiana, Torino.
Roma - Torino
1996
N. d.
486
Cartoncino lucido
16,2 x 2,2 x 24 cm
990 gr
ISBN-10: 8839709142
Cat. BCS-CM-064
STAI SVOLGENDO UNO STUDIO O DELLE RICERCHE
Vuoi consultare o esaminare i materiali dei fondi archivistici?
Pianifica subito una sessione di approfondimento per il tuo progetto.