Luigi Allori continua imperterrito (e premiato dal consenso dei lettori) le sue escursioni nel pre-cinema, nei primordi e nei dintorni del cinema. Io, che come secondo mestiere ho ormai assunto quello di lettore dei suoi libri e di recensore di alcuni di essi, forte delle mie letture "alloresche", posso ricordare le sue avventurose esplorazioni dedicate, di volta in volta, ai fratelli Lumière, al Karagöz (ovvero il Teatro delle Ombre Turche), al genio pionieristico di Georges Méliès.Con questo quarto volume, Allori volta soltanto in apparente pagina; in realtà segue il filo di un suo "narrato" non tanto segreto, e per tematica - la lanterna magica, progenitrice secentesca del cinema - è molto affine al Karagöz e per metodo narrativo. L'autore ha scelto di "romanzare" gli argomenti che affronta, ma senza inventare niente e senza nulla togliere al rigore della sua ricerca. Accade anche con la Magica Lanterna - ci faccia caso soprattutto chi ha letto i libri precedenti (verrebbe da dire i capitoli precedenti di questa poderosa opera, per ora in 4 tomi).Come si presenta infatti la struttura? Una scena, un personaggio, un avvenimento, un dettaglio. È poi, come tirati dal prologo, i mille fili che portano al personaggio, all'avvenimento, alla scena. Così, l'entrata dello scalcagnato ma dignitosissimo Louison Laurie de Annecy al mercato di Amburgo nel 1688 rimanda alle migliaia di Savoiardi che, dalla fine del Seicento alla prima metà dello scorso secolo, trovarono pane (e qualche volta fortuna) fuori delle loro valli, sopravvivendo con due mestieri: spazzacamino e lanternista; mentre l'eccentrico vegliardo Athanasius Kircher, gesuita sapiente quanto arruffato e poco presentabile in società, ci introduce al Seicento e alla sua scienza bulimica, altalenante fra il dogma e il libero cercare, curiosa di tutto e pronta a tutto - osare, dal Teatro del Mondo - museo delle meraviglie e trucchi scientifici - alla lanterna magica.Prodigioso strumento preconizzato da molti, praticato già in Francia prima che Kircher se ne attribuisse il merito, e inventato quasi per caso, svogliatamente, da uno scienziato olandese, Christiaan Huygens, per puro quanto obbligato rispetto filiale. L'invenzione, fino agli albori della Belle Époque, seguì la sorte di tutti gli antenati dello spettacolo; prima che allo spettacolo sia conferito uno statuto autonomo e una dignità d'arte: con le sue lastrine di vetro dipinto è veicolo di devozione e di pio ammaestramento delle anime semplici; oppure strumento di divulgazione scientifica per la moltitudine incolta o per famiglie privilegiate; e infine, nell'Ottocento, precorre ogni possibile fantastico scenico grazie alle sue mille fantasmagorie giocate fra magia e realtà.Nel corso della sua densa, documentata e godibilissima trattazione, come un fiume in piena Allori trascina dietro di sé ricordi, sensazioni e riflessioni di due millenni: dall'ottica di Aristotele a quella di Galilei; dallo stupore quasi infantile di Einstein di fronte al prodigio della proiezione alla "dissimulazione onesta" degli scienziati che dovevano conciliare libertà interiore e fede; dalla lanterna magica al cinematografo. Uno spettacolo nello spettacolo che per l'ennesima volta si rinnova nell'opera del nostro autore e che non mancherà di incantare i suoi raffinati lettori. [Roberto Casalini]
Sezione riservata a una bibliografia curata e specialistica che esamina il precinema.
Precinema
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Description
Libro
Details
La Lanterna Magica. Candela, lenti e vetrini colorati
La storia della scatola da proiezione che anticipò il mistero del cinema
Luigi Allori
Nota dell'editore
La Collana Strappata / Saggistica 8 / I Feuilletons dello Schermo
La Nave di Bes s.n.c.
Cagliari - Milano
2003
978-8887893076
84
Brossura
12,8 x 1,4 x 19,8 cm
230 gr
ISBN-10: 88-87893071
Cat. BCS-PR-029
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