La riflessione di Roland Barthes nel suo Demone dell'Analogia (1975) esplora il complesso rapporto tra arte, storia e percezione. Barthes parla della sua "maledizione", alla quale pittori e scrittori tentano di sottrarsi. "Come? Mediante due eccessi contrari, o, se si preferisce, mediante due ironie che mettono l'Analogia in derisione, sia che si finga un rispetto spettacolare (la Copia), sia con regolare deformazione - secondo le regole - dell'oggetto stesso (è l'Anamorfosi)".La riflessione, essa stessa anamorfotica, oppone l'una all'altra due "trasgressioni" che dipendono ambedue dalle stesse costrizioni ottiche. Il rompe-occhi, la cui realtà confina, per virtù della propria intensità, con il reale, e la deformazione, che annulla l'oggetto stesso, sono ottenuti nelle stesse condizioni. Dal rovesciamento dei punti di vista in una rete geometrica (vedi La costruzione legittima di Alberti) o in un'installazione meccanica, risultano apparenze contrarie di una stessa forma.L'anamorfosi è realmente un'evasione, ma un'evasione che comporta un ritorno. La distruzione della figura precede la sua rappresentazione. L'immagine, inghiottita da un torrente o da un confuso turbine, emerge, simile a se stessa, in una visione obliqua o in uno specchio. Risuscitata dal proprio caos come la Fenice dalle proprie ceneri, appare trasfigurata dal mistero. I procedimenti di queste composizioni sono stati stabiliti come una curiosità e una prestidigitazione, ma contengono una poetica dell'astrazione, un meccanismo illusionistico e una filosofia della realtà fittizia sovrapposta agli oggetti esistenti.L'anamorfosi è un rebus, un mostro, un prodigio. La disgiunzione dall'apparente e dal reale può venire operata a diversi livelli. Le prospettive accelerate o rallentate scuotono le proporzioni delle cose senza snaturarle. Dal brusco restringersi delle linee di fuga risultano profondi spazi in uno spazio ridotto, mentre da un improvviso allargarsi dell'angolo visivo risultano scorci spaziali in un'estensione dello spazio. Qui si tratta solo di una rettifica o di un'esaltazione della visione del soggetto, attuata dal suo "fantasma" ottico (l'uso del termine risale a Platone) che ne rispetta e riafferma i dati.Le prospettive anamorfiche vere e proprie segnano una rottura fra figura e trascrizione. Il "fantasma" platonico emerge da un intrico lineare o paesistico - colli, nubi, vegetazioni, acqua - o da una grottesca difformità in cui tutto è stato rigorosamente calcolato. Di questo sistema, puntualizzato nel corso del Cinquecento come una meraviglia dell'arte il cui segreto è stato gelosamente serbato durante un certo periodo, sembra che Leonardo e Dürer siano stati i due promotori. Holbein lo ha introdotto nella sua massima opera con un teschio, simbolo di vanità, nascosto nella figurazione delle Arti e delle Scienze.Scene licenziose, sacre immagini e ritratti segreti costituiscono i principali oggetti di queste composizioni che si diffondono di qua e di là delle Alpi e fino in Inghilterra; Shakespeare è stato affascinato da uno di quei quadri. I procedimenti tecnici vennero progressivamente svelati. (...) [Jurgis Baltrušaitis]
Sezione riservata a una bibliografia curata e specialistica che esamina il precinema.
Precinema
Thematic library
Description
Libro
Anamorfosi, evasione e ritorno
Anamorfosi, evasione e ritorno
N. d.
Eugenio Battisti, Andrea Carnemolla, Raymon J. Masters, Filiberto Menna
Jurgis Baltrušaitis (Introduzione)
ABC
Officina Edizioni
Roma
1981
978-8860495396
112
Brossura
21,3 x 0,8 x 21,9 cm
350 gr
ASIN: B005SADEZK
Cat. BCS-PR-042
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