Barbaro e Chiarini. I teorici del cinema dietro la macchina da presa

Un'opera che nasce dalla collaborazione di vari studiosi presenta, indubbiamente, delle caratteristiche sue proprie, peculiari, che la distinguono da qualsiasi altra. Essa deriva, è eterogenea, da un progetto unitario, ascrivibile, in genere, al curatore che coordina il lavoro in relazione a una sua visione d'insieme, che si prefigge di unificare l'inevitabile eterogeneità dei contributi; ma poi, nella maggior parte dei casi, il progetto finisce con l'intrecciarsi, talora con lo scontrarsi con i piccoli problemi di tutti i giorni, con le circostanze contingenti. Così, si stila un programma di massima in base al quale si contattano alcuni tra i vari, numerosi possibili collaboratori, avendone assensi di massima, cortesi rifiuti, rinvii, entusiastiche adesioni, in base a parametri diversi e, spesso, non facilmente identificabili; poi, anche quando si è stabilito il "taglio" e l'impostazione degli interventi e si sono concordati i tempi, può capitare che essi non vengano rispettati o che i risultati del lavoro richiesto siano diversi rispetto a ciò che il curatore si aspettava. (...) [Nino Genovese]