(...). Senza indulgenze per le letture, più che irrazionalistiche salottiere, che dell'irrazionalismo alcuni pensatori moderni - come l'ultimo Deleuze - ci propongono, non si può non avvertire come nell'espressionismo tedesco, tra tanto confuso misticismo estetizzante, ritroviamo la parte buona della grande cultura europea del romanticismo tedesco: Büchner e prima ancora Hoffmann. Penso che sia opportuno misurare con questa tradizione il Lang di Mabuse e di Metropolis, piuttosto che restringerlo in letture sociologiche grondanti del senno di poi. Soprattutto se poi di Lang (o di Murnau, o di Lubitsch) non vediamo il periodo europeo ed il periodo americano come due momenti separati o addirittura conflittuali, ma cerchiamo di restituirli ad unità. Non è del resto difficile: ritroviamo infatti lo sforzo costante e coerente della costruzione del cinema come mezzo di comunicazione moderno, espressione tipica della cultura contemporanea, non separabile dalla tradizione che la genera. Le ragioni della crisi della Repubblica di Weimar non sono psicologiche ma materiali: pretendere di spiegare questa grande catastrofe della storia contemporanea con ragioni psicologiche rischia al contrario di restringere non soltanto la storia, ma la stessa parte che in questa storia occupa - tra le altre cose - il cinema, in una (falsa) coscienza razionalistica.Poiché ho citato Hoffmann voglio ricordarne la favola della fonte di Urdar, cioè del teatro, per mezzo del quale la gente può vedere rispecchiato e riconoscere il proprio Io. La forma moderna dello spettacolo, oggi, più che il teatro è forse il cinema. Già in Hoffmann, chi si specchiava nella fonte (vogliamo ampliare il significato dell'allegoria?) dell'arte, più che riconoscere il proprio Io, constatava però una scissione: la presenza del sosia, dell'altro-da-sé, all'interno della propria coscienza. Se il destino del borghese hoffmanniano è ambivalente, come scrive Magris, possiamo aggiungere che questa ambivalenza si è venuta oggi complicando in una ancora più fitta ed oscura frantumazione. A differenza del protagonista de «Lo studente di Praga», dobbiamo trovare la forza per ricostituire l'unità non nella coscienza ma nella realtà, di non frantumare lo specchio che ce lo riflette. [Renato Nicolini]
Sezione bibliografica dedicata al cinema espressionista tedesco, o al nesso correlato.
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Cinema espressionista
Thematic library
Description
Libro
Details
Il cinema della Repubblica di Weimar (1918-1933)
N. d.
Giancarlo Guastini (a cura di), Bruno Restuccia (a cura di), Giovanni Spagnoletti (a cura di)
Renato Nicolini
Rassegna cinematografica
Assessorato alla cultura del Comune di Roma / Deutsche Bibliothek Rom Goethe-Institut
Roma
1978
N. d.
96
Cartoncino
20,8 x 0,7 x 21,2 cm
240 gr
Cert. 00947
Cat. BCS-ET-036
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