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Cinema muto

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Il cinema muto italiano. I film degli anni d’oro. 1914 – Prima parte

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Il 1914 è un anno importante per il cinema italiano. Per qualità e quantità di opere realizzate, segna infatti il culmine dell'"epoca d'oro", in cui il nostro cinematografo era entrato all'inizio degli anni Dieci, e nel contempo presentava già i sintomi di una fase di involuzione, di un probabile declino che diventerà sempre più evidente nel periodo successivo. All'inizio dell'anno, il nostro cinema si presentò in ottimo stato: aveva ormai consolidato le proprie strutture produttive e distributive (si dice che dava lavoro a 500 mila famiglie), poteva contare su una rete di sale molto ampia e ramificata anche nelle città minori e nei paesi e, soprattutto, aveva conquistato posizioni di rilievo nei principali mercati esteri, in cui le nostre maggiori "produzioni" esportavano regolarmente quasi tutta la propria produzione. Un indice significativo dello stato e del gradimento ottenuti dai nostri film all'estero è fornito da una fonte non sospetta, una rivista portoghese che nel febbraio 1914 pubblicò i risultati di un referendum svoltosi nelle lontane Antille, a Cuba, tra i lettori di una rivista specializzata locale: richiesti di indicare le "pellicole" e le "case" preferite, gli interpellati mettevano al primo posto la Nordisk danese, subito seguita però da ben sei case italiane, che precedevano in graduatoria la Gaumont, la Pathé e anche la Vitagraph, primo produttore americano citato.L'istituzione della censura, l'anno precedente (ma il regolamento di esecuzione viene emanato solo con regio decreto del 31 maggio 1914), è avvertita da molti cineasti più che come un atto intimidatorio o come un limite improprio, come una garanzia di protezione da improvvisi sequestri delle autorità locali, uno strumento morale in grado di favorire la circolazione dei film, di promuovere la loro funzione culturale; tanto più che il governo ha presto avvertito l'inconveniente più grave che il nuovo istituto doveva comportare, consentendo la richiesta del visto anche per i film già sfruttati nelle stagioni precedenti, che possono così essere nuovamente riciclati. Più allarmante e pericoloso è invece giudicato un nuovo intervento messo a punto dal ministro delle Finanze Foà, questa volta diretto a colpire fisicamente e direttamente gli sfruttatori anche dello Stato del grande successo che il nuovo spettacolo registra in tutto il Paese: l'imposizione di un bollo sui biglietti d'ingresso, calcolato sulla base di diversi ordini di posti e introdotto, nonostante le forti proteste di tutte le categorie interessate, con regio decreto del 14 dicembre 1914.Questo provvedimento provocò un generalizzato aumento dei prezzi al botteghino, ma contribuì soltanto a rafforzare le tendenze, già da tempo in atto nell'esercizio, a selezionare o scremare il pubblico con una politica di prezzi differenziati e a riversare sugli spettatori, con l'aumento dei biglietti, i costi delle ristrutturazioni e degli ammodernamenti imposti dalla sola diffusione del lungometraggio. Questo nuovo aumento svolge nel mercato una funzione frenante, rallentando ulteriormente l'espandersi di un circuito nazionale che risulta comunque aver già raggiunto una consistenza ottimale. (...) [Aldo Bernardini]

Libro

Details

Titolo:

Il cinema muto italiano

Sottotitolo:

I film degli anni d'oro. 1914 – Prima parte

Autore / Curatore:

Vittorio Martinelli | Aldo Bernardini (con la collaborazione di)

Prefazione / Postfazione / Appendice:

Aldo Bernardini (Prefazione)

Collana / Evento:

Biblioteca di Bianco e Nero

Editore:

CSC - Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma / Nuova ERI - Edizioni Radiotelevisione Italiana, Torino.

Città:

Roma - Torino

Anno:

1993

ISBN:

978-8839708212

Pagine:

284

Copertina:

Cartoncino lucido

Dimensioni:

16,2 x 1,4 x 24 cm

Peso:

595 gr

ISSN / EAN / Altro codice:

N. d.

Note:

Cat. BCS-CM-057

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