La fotografia documentaria si presta a molteplici letture. Una fotografia che rappresenta un episodio realmente accaduto è sicuramente la mera documentazione del medesimo. Ma è anche un dettaglio scisso da un insieme strutturato, il quale rivela, in un segmento e dal punto di vista dell'agire soggettivo, le possibilità esistenti nel luogo e nell'istante in cui la fotografia si realizza. Spesso ciò che viene colto è soltanto il primo livello di lettura dell'immagine documentaria, cioè quello che si sofferma sul suo mero contenuto informativo, portando così all'esclusione di altri e più profondi livelli di comprensione.Superando il primo approccio, cioè la documentarietà dell'immagine fotografica, potremmo arrivare a cogliere qualcosa di più, e direi di ontologico, dell'immagine stessa, scoprendo, ad esempio, le intrinseche potenzialità del luogo e dello sfondo, cioè di quell'insieme strutturato di realtà da cui ogni immagine fotografica ritaglia, sconvolgendone la geometria e la spazialità reali, una parte. Oppure potremmo approfondire anche il punto di vista di chi realizza l'immagine, l'autore.È vero infatti che la fotografia che documenta si apprezza per la sua acquisita testimonialità postuma, cara al novello archeologo dell'occhio, o anche per la sua capacità di anticipare la morte del soggetto-oggetto ripreso (nel nostro caso Visconti e la realizzazione del film); o ancora per il livello della sua intensità restitutiva rispetto a categorie come nostalgia e malinconia, categorie sempre presenti nella lettura dell'immagine che documenta. Ma è pur vero che essa, l'immagine documentaria, debba valere anche e soprattutto perché ci consente di capire il punto di vista dell'autore e di cogliere la sua capacità nel superare la necrofilia del mezzo integrando alla registrazione pellicolare di un evento una scrittura autonoma e sovrapposta.In questo servizio realizzato da Nicola Scafidi durante la lavorazione filmica de Il Gattopardo constatiamo, nella scelta monotona del campo lungo e del totale con il quale egli riprende l'insieme di attori, attrici, comparse, tecnici e operatori, l'uso o meglio l'applicazione di una sovrapposizione. Il totale fotografico rispetto alla scelta di un primo piano presenta, in un certo senso, un vacillare di autorità del soggetto ripreso. Attraverso questa scelta, ben evidente in questo lavoro su Il Gattopardo, emerge la maniera distaccata d'operare di Nicola Scafidi. Come ho evidenziato altrove, le cronache straniate di Scafidi sono una sorta di dissezione della metropoli palermitana. (...) [Nosrat Panahi Nejad]
Sezione bibliografica specialistica dedicata al cinema siciliano, comprendente film girati, ambientati o prodotti in Sicilia, oltre a opere cinematografiche o di critica ispirate da autori siciliani.
Cinema siciliano
Thematic library
Description
Libro
Details
"Il Gattopardo" visto da Nicola Scafidi
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Nosrat Panahi Nejad (a cura di)
Goffredo Fofi (postfazione)
Palermo Cinema. III Rassegna Internazionale di Cinema e Video.
Ila Palma
Palermo
1994
N. d.
81
Cartoncino con foto applicata
21,4 x 0,7 x 20,5 cm
260 gr
ISBN-10: 8877042400
Cat. BCS-L-172
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