Venezia. Esterno. Giorno.
"...e sempre tutto l'anno, in piazza e nella piazzetta, la folla variopinta del popolo, dei nobili dalle vesti scarlatte, dei Dalmatini, dei Greci, offriva spontaneo diletto all'osservazione degli oziosi: lì c'era il 'mondo novo' - una specie di cosmorama - con i canarini ammaestrati, le indovine, i cantastorie e i contastorie, il castello dei burattini."
"Nella piazza, che ha un aspetto festante, si agita una folla di popolo giulivo: un viavai continuo, una processione di maschere, un gridio assordante. Qui l'armeno venditore di bagigi (le arachidi), là il cicalare delle gnaghe, che erano uomini vestiti da donne del volgo; più in là le canzoni del Moro in piazza. Un arlecchino bisbiglia qualche motto salace all'orecchio di una donnina imbattuta... il Pantalone... prodiga consigli... Un grosso borghese, col suo mantello rosso sulle spalle, si ferma a guardare il 'mondo novo' (cosmorama), mentre un gondoliere della Signoria, con la cappa di velluto rosso, guarnito in oro... pedina una tizianesca popolana di Castello... I patrizi si frammescolano facilmente al popolo... sul Molo s'innalzano baracche di legno (casotti), nei quali si mostrano animali feroci e fanno i loro giochi i prestigiatori e i loro esercizi gli acrobati e i cavallerizzi. Dappertutto è un brulichìo che dà le vertigini."
Venezia. Esterno. Giorno.
Immaginiamo di manovrare, a nostro piacere, la macchina del tempo e di attribuire queste citazioni, tratte da libri scritti a cavallo del Novecento, a un ideale proto o pseudo-soggetto cinematografico di un kolossal in Panavision intitolato Il Mondo Nuovo, scritto, diretto e interpretato da Carlo Goldoni, con la partecipazione straordinaria di Pietro Longhi (costumista, coreografo e direttore delle riprese in interni) e Antonio Canal, detto Canaletto (scenografo, direttore delle luci e operatore per le riprese in esterni). Il film è una coproduzione europea a cui partecipano, a pari titolo, capitali tedeschi (dei Probst, Engelbrecht, Werner di Augsburg), francesi, inglesi e italiani (dei Remondini di Bassano).
Il primo ciak inquadra piazza San Marco in campo totale, mentre una voce off ci introduce, con grande semplicità, nel flusso del tempo festante della città: "...e sempre tutto l'anno, in piazza e nella piazzetta, la folla variopinta".
La piazza, la folla, la festa, lo spettacolo, il carnevale, le voci, i rumori, i colori, le maschere, gli animali, i venditori ambulanti, la fiera delle meraviglie (...) [Gian Piero Brunetta]