La Sicilia nel cinema

La Sicilia è ricca di tradizioni. Bisogna ricordarsi di Turiddu, della Cavalleria Rusticana e di quell'altro Turiddu, più tristemente famoso con il telefilm dell'operetta di Pietro Mascagni. Lo scenario è quello dell'Etna e Taormina, il tutto vissuto da sprazzi di spavalderia paesana, con malie e gelosia, tradimenti e vendette per solo sfondo. La Sicilia, la terra primitiva ma generosa. I siciliani? Pigri come gli arabi e gli spagnoli, superbi come i francesi, schivi e alteri contro i saraceni. Occhi neri e capelli corvini. Palermo è aristocratica; Catania, la Milano del Sud; Messina e lo stretto; Siracusa e il teatro greco; Agrigento e la Valle dei Templi; Taormina e il turismo; Trapani con le saline e le tonnare; Caltanissetta e le zolfare. Questa è la Sicilia e questi i siciliani. Di un polpettone così fatto, senza sapore. Sono poche cose esaltate e molte sbagliate. Si parla troppo spesso quando si vuole esprimere un giudizio sulla Sicilia, sfruttando invece soltanto temi oleografici da cartolina illustrata o, nella migliore delle ipotesi, da guida turistica di comune consultazione.Eppure quanto diverso è il mondo che, dopo quei tremiti nel Stretto, si stende con una superficie di oltre 25 mila chilometri quadrati nel quale vivono circa cinque milioni di abitanti. Spesso le cronache riguardano inviati speciali sui settimanali o rotocalchi, i programmi radiofonici e televisivi ma soprattutto i film contribuiscono ad alimentare superficiali se non false valutazioni sulla Sicilia e i siciliani. (...) [Introduzione di Mario Palumbo]