Il cinema siciliano afferma la volontà di riappropriarsi della Sicilia per farne una storia viva, perché deve avere il volto asciutto del contadino che gratta l'arida roccia con la sua zappa fino all'esasperazione, ma protervo e ostinato perché sa che solo in quel pezzo di terra riarsa troverà il suo pane. Pertanto, un cinema così intenso non potrà prescindere dall'importanza del paesaggio, così profondamente dominante nella vita della nostra gente. Il paesaggio dovrà avere un ruolo quasi da protagonista e quindi va interpretato in maniera vera e reale, in modo tale da far sentire una immediata rispondenza tra personaggio e ambiente, come del resto hanno fatto i nostri maestri pittori (dal programma dell'Organizzazione Filmistica Siciliana, riportato nella rivista Sestante, 1 dicembre 1946).Il nostro percorso sull'identità siciliana nel cinema inizia subito dopo il secondo conflitto mondiale, un anno prima de La Terra Trema di Luchino Visconti, ed esattamente con Turi della Tonnara del palermitano Pino Mercanti. Una scelta che vuole indicare il forte contributo che la Sicilia ha dato alla storia del cinema italiano, anche al di là della grande filmografia. Un "destino", questo della specificità della nostra cultura (anche nell'era cinematografica), che parte da lontano e attraversa secoli di storia. Una temporalità diversa, sotto molti aspetti persino autonoma, nonostante i troppi "condizionamenti" che la stratificazione delle diverse epoche ci ha imposti.Avremmo potuto continuare il solco tracciato dalla storiografia ufficiale, concentrata a seguire le avventure della cinematografia che "conta" nella terra di Sicilia, o restituire aggiornamenti di ampi e ben documentati percorsi analitico-descrittivi già formulati da appassionati studiosi di filmografia siciliana, ai quali rimandiamo comunque per utili riscontri. Al di là dei parametri e dei linguaggi della critica di settore, abbiamo preferito cercare il senso profondo di un'intensa stagione e le motivazioni che la determinarono. Quasi vent'anni di vicende cinematografiche, dal secondo dopoguerra al Gattopardo di Luchino Visconti, in parte antropologicamente e sociologicamente alimentate dal nostro humus, in parte nate e maturate autoctonamente; in ogni caso in grado di offrire straordinari aggiornamenti e implicite conferme del valore di una cultura così antica e al tempo stesso modernissima; apparentemente scollata dagli statuti consolidati della circuitazione ufficiale e per questo marginale se non liminare, eppure in grado, in qualsiasi momento, di accostarsi attualisticamente agli ultimi orientamenti delle arti della rappresentazione, fino al limite della sperimentazione. Tutte le tipologie della filmografia dell'epoca sono presenti nell'isola: dal grande riferimento al neorealismo, seguito dai generi della commedia all'italiana e di costume, compreso il cinema di cappa e spada e di parodia, fino ai film dell'impegno sociale e alla ripresa del kolossal. A dar vita e ad alimentare a volte nuovi valori forme già consolidate c'è una miscela esplosiva fatta di intense varietà di colore e di impressionante fisicità ed energia, mutuata da fondamenta antiche e dall'iterazione ritualistica del tempo rinnovato; ci sono le conflittualità sempre latenti, il culto delle passioni e ancora la straordinaria stratificazione delle architetture legate a civiltà e dominazioni diverse, la cattura visiva del paesaggio: un "espressionismo" siciliano predestinato a dimostrare coi fatti l'impossibilità di unificare le diverse aree cinematografiche italiane senza riduzione di valore. Non a caso la Sicilia è alla testa di un "regionalismo" cinematografico. (...) [Annalisa Li Causi e Giovanni Isgrò]
Sezione bibliografica specialistica dedicata al cinema siciliano, comprendente film girati, ambientati o prodotti in Sicilia, oltre a opere cinematografiche o di critica ispirate da autori siciliani.
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Cinema siciliano
Thematic library
Description
Libro
Details
L'identità difficile
Immagini e simboli della Sicilia
Sergio Troisi (a cura di)
La Sicilia nel cinema: immagini di un'identità filmata ( 1946-1963). di Annalisa Li Causi, Giovanni Isgrò. (saggio incluso)
Mostra all'ex- Convento del Carmine 18 luglio-4 ottobre 1998
Edizioni Charta
Milano
1998
978-8881581856
192
Cartoncino
20,8 x 1,4 x 26,9 cm
910 gr
ISBN-10: 888158185X
Cat. BCS-L-132
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