Al cinema, definito «san Cinematografo» per gli ingenti e facili guadagni cui poteva dar luogo, o più spesso con espressioni dispregiative, quali «castigo di Dio» e «un mezzo d'appendice per gente di poco spessore», per le carenze tecnico-espressive che nei primi tempi presentava, Verga si accosterà inizialmente per aiutare economicamente l'amica Dina. Successivamente, in maniera più partecipe, pur cercando sempre di apparire il meno possibile, non rinuncerà a far parte, insieme ad altri letterati, di una vera e propria società cinematografica, la “Silentium Film” di Milano. Così, negli anni che vanno dal 1909 al 1920, corrispondenti agli ultimi della sua lunga esistenza, con un atteggiamento conflittuale e contraddittorio, lo scrittore catanese non solo cedette al cinema i diritti di molte sue opere, ma lavorò anche a soggetti originali: con il suo consenso uscirono ben sette film e cinque sono le sceneggiature che ci ha lasciato, a riprova di un interesse per la settima arte che finisce con il travalicare le necessità del momento e coinvolgere inevitabilmente la sua personalità artistica in senso lato. Negli ultimi anni del fascismo, il nome di Verga sarà assunto da parte di un gruppo di giovani intellettuali di avanguardia, appassionati di cinema, come emblema e vessillo di rinnovamento e di verità; e nell'immediato dopoguerra la lezione verista verghiana contribuirà a dare vita a quella meravigliosa stagione del cinema italiano che fu il neorealismo. Il ritorno a Verga rappresentò il ritorno a quei temi di coscienza civile e di impegno sociale di cui l'Italia, appena uscita dagli anni bui della guerra, aveva bisogno per la sua ricostruzione culturale e morale. La terra trema di Luchino Visconti, ispirata alla mitica storia de I Malavoglia, modernamente riscritta e reinterpretata, costituisce l'acme di questo straordinario ritorno alla poetica verghiana e di tutta l'esperienza cinematografica neorealista. Il presente volume, che si avvale del contributo di generosi e illustri studiosi di cinema e letteratura, si propone di analizzare, attraverso una serie di saggi specifici, il rapporto di Verga con il cinema considerando sia il duplice profilo del comportamento dello scrittore nei confronti del mondo della cinematografia sia l'atteggiamento di quest'ultima nei suoi riguardi durante la sua vita e dopo, in un itinerario variegato che abbraccia l'intero arco della storia del nostro cinema. Oltre alle ricche e complete filmografie e bibliografie che fanno di questo libro un punto di riferimento imprescindibile, esso contiene una sceneggiatura inedita di Cavalleria rusticana e un appassionato scritto di Gesualdo Bufalino riguardante l'aspetto cinematografico che presenta il giusto suggello all'opera. Questo dimostra ancora una volta come il nome di Verga risuoni nella nostra epoca così problematica e contraddittoria. [Nino Genovese e Sebastiano Gesù]
Sezione bibliografica specialistica dedicata al cinema siciliano, comprendente film girati, ambientati o prodotti in Sicilia, oltre a opere cinematografiche o di critica ispirate da autori siciliani.
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Cinema siciliano
Thematic library
Description
Libro
Details
Verga e il cinema
Con sceneggiatura verghiana inedita di Cavalleria rusticana
Nino Genovese, Sebastiano Gesù
Note dei curatori
Interventi Cinema
Giuseppe Maimone Editore
Catania
1996
978-8877510792
340
Brossura
20,8 x 2,4 x 29,8 cm
1,260 kg
ISBN-10: 887751079X
Cat. BCS-L-136
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