È evidente che la serie "Verso il centenario", aperta lo scorso anno con il capitolo Lumière, nacque e sta proseguendo all'insegna dell'ottimismo. Ottimismo, in primo luogo, perché presuppone una XXXI Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, da realizzarsi nel 1995; e, visto che, a parte le future sorti personali di tutti noi, come sempre imperscrutabili, il destino della Mostra è, da 23 anni, quasi annualmente in discussione, bisogna essere alquanto temerari a programmarsi per un così lungo periodo. Ottimismo, poi, perché il 1995 è solo per convenzione la data di nascita del Cinema, essendo invece - come ama precisare Riccardo Redi, che in queste cose ha incontenibili scrupoli definitori - la data di nascita delle "proiezioni cinematografiche"; e non è del tutto detto che, agli albori del 2000, le proiezioni cinematografiche siano ancora in uso, almeno nel senso odierno. Dando per scontato l'ottimismo - quello, scusate il luogo comune, della volontà, senza il quale non avremmo fatto neppure la prima Mostra - è comunque ovvio che, dopo Lumière, venisse Méliès a completare l'arco della serie che dovrebbe culminare, secondo il panglossiano progetto, in una edizione specialissima della Mostra fra otto anni. In effetti, nessun'altra pratica artistica o mediologica ha come il cinema riflessa e quasi simboleggiata in due nomi protostorici la propria duplice natura: quasi tutto ciò che il cinema sarà successivamente, come realtà semiotica e come sostanza teorica, è già implicito - quando non esplicito - in quella bipartizione nominativa e produttiva. Se i Lumière e il loro cinema furono uno dei vertici inventivi della ratio borghese e industriale, Méliès rappresenta questo "enorme ingegno" della settima arte: segno della violenza irrazionale del fantastico e del potere demiurgico dell'"autore". Non a caso gli uni furono degli attivissimi industriali, fecondi in invenzioni e accorti nel tutelare i propri brevetti; mentre l'altro cominciò progettando automi e interessandosi alla prestidigitazione e poi vendendo giocattoli a Montparnasse prima di essere dimenticato in un oblio.Autore, sceneggiatore, macchinista, attore, truccatore, scenografo, montatore, distributore, esercente ed esportatore: Méliès fece tutti i mestieri del cinema; ma non ebbe nulla: nonostante i suoi 1500 film, della rampante famiglia dei fratelli di Besançon morì in miseria dopo aver vissuto in indigenza e lontano dal cinema di cui pure è uno dei padri fondatori della propria esistenza. (...) [Lino Miccichè]
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Cinema muto
Thematic library
Description
Libro
Details
Verso il centenario
Méliès
Riccardo Redi (a cura di)
Introduzione di Lino Miccichè
CNC - Collana di testi e studi sul cinema diretta da Lino Miccichè VIII | Rassegna: Verso il centenario, Mèliès l'immaginario, dalla XXIII Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (15-23 giugno 1987).
Di Giacomo Editore
Roma
1987
n. d.
150
Cartoncino lucido
19,9 x 1,2 x 22 cm
460 gr
Cert. 01021
Cat. BCS-CM-007
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